Questo è un piccolo dono lasciato a ciascun invitato alla cena del 27 giugno. La frase rappresenta
il nostro percorso insieme come gruppo Mendoja. Abbiamo un Desiderio! che ci spinge a "nutrire" il nostro essere Uomini, <<In verità nutre l'anima solo ciò che la
rallegra>>: è il desiderio di Infinito, di Buono e Bello, per questo il nostro sguardo va al Cielo (rappresentato nel quadro di Van Gogh).
Mettersi a Servizio è qualcosa che serve prima di tutto a noi stessi, e la Gioia che ci porta è la prova che tocchiamo con mano. Vi ringraziamo per l'amicizia che ci mostrate condividendo con noi questa fame vita Buona e Bella!
INCONTRO
Il 10 maggio 2015 il Gruppo Mendoja ha incontrato Paolo e Marta che hanno raccontato la loro esperienza e scelta di una casa famiglia con don Mario, Delia e i piccoli Nicoleta e Kevin. Di seguito la riflessione del Gruppo al ritorno dopo il dono di questa giornata.
Ha colpito la sincerità e la semplicità con cui Paolo e Marta hanno
raccontato della loro Vita, con fatti anche di fatica, fragilità, sofferenza e fatti di Salvezza, raccontati con gli occhi lucidi, che hanno portato a guardare la loro Vita in quanto percorso,
“disegno buono che Dio ha su ognuno di noi”. La Vita è un percorso in cui “chi è in ricerca, trova” come ha detto Martina.
Un viaggio “con situazioni riconosciute preziose e importanti ma che sono chiamata, ad un certo punto, a lasciare, perché questa esperienza possa portarmi altri doni ancora più belli” (Betty si
riconosce nell’esperienza di Marta che ha fatto la scelta di non tornare in Romania perché le è stata data in affido Nicoleta, in realtà la Romania è così entrata nella sua
casa). Continua Andrea con la propria esperienza “…sono capitoli della vita, l’importante è viverli Bene,
perché lascino in me qualcosa che possa poi germogliare in altro, qualcosa che nemmeno potevo immaginare; è una crescita continua”.
Una provocazione lasciata da Marta è stata l’affermazione “è proprio vero… il povero ti salva”, come ha riflettuto Luca: “il povero ti salva nella misura in cui ti fai povero, riconoscendo prima
di tutto la tua povertà che già hai e potendo così guardare nell’altro una Persona quale te; non funziona l’idea – io che sono bravo aiuto te povero – questo prima di tutto ci fa riconoscere la
nostra povertà in quanto arroganti mentre di fronte a noi c’è il vero ricco, l’umile”.